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11 April 2025

Art and Chemistry, A Reflection on Life and Energy

Bora Mici, oil paints palette and turpentine, 2014

This is Bora Mici's original text, written in Italian language, which may or may not contain some minor mistakes, since I am still learning this language. The text itself reflects on a thought my chemistry professor in high school shared with me about how artists are impressive because they create something out of nothing. At the time, I did not think much of it but over the past few days, I have challenged myself to use the subjunctive mood as much as possible, and this reflection on art, chemistry and added value is what emerged. You will follow my line of reasoning as to why we need to come up with a sustainable energy model for a better future. 

Ho una pagina bianca davanti a me e la devo riempire. Direi che si tratta già di una sfida di per sé. Una volta, dopo la lezione, il mio professore di chimica al liceo mi ha fatto un complimento e malgrado le sue parole incoraggianti e meravigliate non ne fossi rimasta convinta. All’epoca io ero molto impegnata negli studi, ed ero una brava studentessa in tutte le materie, anche se la pittura era la mia preferita. E tutti se ne accorgessero tranne di me. Dunque, un giorno, dopo che avessimo terminato le ore di classe, il mio professore di chimica, che era uno di quei tizi che cercavano sempre di star simpatici agli studenti, mi ha confessato che fosse rimasto sbigottito da una realizzazione dirompente. Aveva capito che i chimici non partono mai dal nulla per creare cose nuove, mentre gli artisti sì.

Allora, io direi che abbia ragione e no al contempo. Sebbene gli artisti partano da uno sfondo svuotato e ci mettano tutta la loro creazione sopra, che supponiamo, si inneschi dalla loro più profonda interiorità, non è che non godano di un supporto già esistente. In primis, benché possano essere convinti della loro sola autorevolezza, di essere un sistema autarchico a sé stante, gli artisti, come tutti quanti, si ispirano a un input, suscitato per forza da un fattore esteriore a loro, ad esempio un paesaggio oppure anche un sogno. Anche i sogni e le cose che ci immaginiamo non sono ermeticamente isolati dal mondo che ci circonda. Quindi gli stimoli esteriori si mescolano all'individualità di un'artista per far nascere un'opera d'arte che solo quella persona avrebbe potuto creare. 

Per non confonderci le idee, propongo che ci limitiamo ai pittori, quelli che dipingono un quadro sopra una superficie che consideriamo a prima vista priva di contenuto. E in questo non avrei risposto al mio professore di chimica che non avesse ragione. Però, in quanto chimico, avrebbe dovuto rendersi conto dell'importanza delle attrezzature di cui si servono i pittori per realizzare i loro dipinti. Non si può negare che troviamo tra di loro parecchi materiali creati con l’aiuto della chimica e della scienza e la sperimentazione, tra cui i pennelli con i peli naturali e quegli artificiali, le tele di cotone o lino ricoperte di uno strato di gesso liquido che fa in modo che la tela non assorbisca i colori, e non dimentichiamo i tubi dei colori stessi che vengono confezionati per la massima pigmentazione e perché la pittura possa perdurare attraverso i secoli. Forse il mio professore di chimica mi stava spingendo a riflettere proprio su questa interdipendenza tra artisti e chimici. Sara contento di sapere che ci sia riuscita vent’anni dopo e che la sua incitazione non sia andata sprecata. Quando mi ha condiviso la sua riflessione, per quanto l’avessi considerata con occhio scettico, non mi ero spinta fino alla conclusione dove sono arrivata oggi.

Adesso complichiamo un po' l'argomento, per inoltrarsi nel cuore del problema. Se prendiamo la teoria del valore aggiunto in termini economici, chi tra i chimici e gli artisti creano più di valore partendo da una basi materiale che poi trasformano per ottenere un nuovo prodotto? Sarebbe avventato pensare che non esistano anche artisti che scelgono di sfidare i limiti stessi degli attrezzi che impiegano, oppure quelli che ne inventano di nuovi. Per quanto possiate insistere che i chimici svolgono un lavoro essenziale e a fini pragmatici, perché appunto manipolano le sostanze e i componenti della vita, e forniscono gli ingredienti di altri prodotti più finiti, gli artisti e le persone creative sono i loro clienti più fedeli e non si stancano mai di mettere a frutta e di mostrare il potenziale del lavoro scientifico in ambiti diversi, dalla tecnologia all'uso innovativo di materie prime. 

Finalmente affronteremo un altro problema di tenore economico che in qualsiasi modo mi sembra difficile a dipanare e che ci permetterà una riflessione sulla totalità dell'esistenza umana sul pianeta terra. Mettiamo che il valore aggiunto sia un’invenzione umana molto importante per il nostro equilibrio psicologico che ci aiuti a sentirci valorizzati e ci dia l’impressione di poter crescere questo valore che portiamo anche agli altri, insomma che ci permette di sviluppare le ricchezze e fare progressi. Come facciamo a bilanciare l’equazione che pone da un lato le risorse limitate del pianeta e dall'altro questo valore aggiunto che ci dà l’illusione di poter progredire indefinitamente? Possiamo veramente creare qualcosa dal nulla come ha accennato il mio professore? 

Affinché questo si verifichi dobbiamo essere in grado di arginare a seconda della nostra volontà i poteri immensi della fisica quantica e far sicché una particella subatomica liberi un'energia tremenda che riusciamo a canalizzare, a conservare e a mobilitare a nostro volere. Perciò dobbiamo riuscire a creare più energie di quanto ne usiamo senza sprecarle. Però per quanto ne capisca io, e non sono un'esperta, secondo le leggi della termodinamica, l’energia si può soltanto trasferire, non si può ne produrne di più che ce ne sia già presente nell’universo, ne cancellarne o far sparire una parte. Dunque la realtà è che non possediamo mai niente ma prendiamo in affitto oppure prestiamo al mondo tutto ciò che riceviamo da lui durante la nostra vita per un intervalle limitato. Niente ci appartiene davvero a eccezione del tempo che abbiamo a disposizione. Dobbiamo capire come fare in modo da conservare lo stile di vita che vogliamo sia la norma e che ci possa permettere la convivenza più pacifica possibile come società unita.